giovedì 19 luglio 2012

assurdo il ripensare

Giovedì.
Giovedì di fuoco. Scrivo sempre più spesso per sfogarmi che per condividere qualcosa con chi mi legge. Credo, spero, sia una fase passeggera, tornerò a scrivere per il piacere di raccontare e fissare momenti piacevoli che come lampi nella notte buia attraversano l'oscurità illuminando la mia strada.
Quasi pubblicata raccolta di poesie, manca solo qualche altro passaggio e abbiamo finito. La verità è che ho un po' paura. Una volte messe in piazza non saranno più solo frutto del mio delirio, ma saranno di chi le leggerà, le faranno proprie, vivranno nelle loro vite, quotidianamente. Questa è la cosa che mi piace ma al contempo mi spaventa di più.
Giorno 6 agosto io e papà Pasquale abbiamo una lettura, presentiamo il libro del professore Giuseppe Marius Conte per Motta Pippo Conte.
 Ma oggi non voglio parlare della presentazione, delle poesie o del lavoro. Voglio parlare di niente, farneticare su questo foglio elettronico e magnificamente bianco, a differenza dei miei quaderni di carta riciclata un po' ingiallita, quasi morta.
A volte farneticare è l'unico modo per uscirne fuori. Far scorrere le mani veloci sulla tastiera senza correggere, senza tornare indietro, senza ripensamenti. Ecco ci siamo, è uscita da sola la parola chiave. Ripensamenti. Non bisogna mai ripensare a niente. Piuttosto bisognerebbe pensarci prima.
Ma io adesso non ho voglia né di pensare né di ripensare.
Domani compleanno della cuginetta di Giosuè. Non si finisce mai di pensare.
Buonanotte
Noemi.

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