La serata di ieri è andata benissimo.
Sono venute tutte le persone che contano che ci vogliono bene e che ne volevano molto a mia madre.
Mi è piaciuto aprire casa mia a questi ospiti che mi hanno vista nascere, i complimenti non sono mancati. Ottimo gusto nell'arredare casa e ottimo il cibo.
Bhé mi fa piacere, ho impiegato tutte le mie energie per la riuscita della serata.
Adesso voglio concentrarmi un po' su me stessa, su questo sfascio di energie che mi porto dietro e che mi istiga alla rinascita.
Sto scrivendo di nuovo.
Sto completando il romanzo, quella inutile montagna di parole che mi guarda da sopra la scrivania e mi spinge a sollevarmi.
Io non sono una superstite della guerra, non era a Sarajevo non ho il diritto di sentirmi così.
Dopo vent'anni, non ne ho né il diritto né la capacita.
Ma qualcosa scava, e si sente mugugnare dal profondo.
Un giorno visiterò quella città. Un giorno. Un giorno potrò amare senza nulla in cambio, senza aspettarmi niente, senza remore senza sperare nel futuro.
Ho girovagato un po' sul tuo blog ... sei una bella persona vista da qui!
RispondiEliminaBenvenuta! Grazie per le belle parole!
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